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L'estate 1995 fu certamente una tra le più travagliate della ultracentenaria storia della Torres, infatti dopo tre stagioni alla guida del sodalizio rossoblu il presidente Gianni Marrosu decise di farsi da parte alla vigilia del torneo successivo e cedette in fretta e furia la società all'imprenditore di pompe funebri Giovanni Gasparoni, grande amico del DS dell'epoca Luciano Silvestrini e già noto negli ambienti sportivi come un "truffaldino" visto che nel suo passato aveva portato al fallimento diverse società calcistiche. Il neo proprietario si trovò così tra le mani una squadra costruita dal proprio predecessore col massimo del risparmio, visto che al mister Giorgio Canali era stata affidata una rosa esigua con un unico arrivo dal calcio mercato estivo, quello dell'attaccante Luca Bertarelli giunto in prestito dall'Ancona. Pertanto Gasparoni, pur di farsi apprezzare dalla piazza che lo aveva accolto con notevole scetticismo, annunciò da subito di voler rinforzare la rosa con dei giocatori di categoria superiore, iniziarono così a girare nomi altisonanti come quello del centravanti Simonetta (che all'epoca segnava gol a grappoli in serie B) ma poi gli unici acquisti portati dall'imprenditore romano furono quelli del difensore Sandro Luceri dal Bisceglie e dell'attaccante Stefano Cuccù, giovane ventenne di proprietà dell'Ascoli. Cuccù era la classica prima punta, un metro e ottantatre di altezza per 75 kg. di peso forma, nato a Fermo il 14 marzo del 1975 arrivò dalla squadra marchigiana in prestito, dopo una stagione positiva vissuta in C2 a Poggibonsi dove aveva segnato 6 reti in 30 presenze. Mentre Luceri era gradito a mister Canali, l'attaccante fermano non lo era altrettanto e fu aggregato alla squadra più per imposizione del neo patron rossoblu che per il suo valore tecnico. Che Canali non lo tenesse in grande considerazione lo si capì subito, visto che all'esordio di campionato contro il Palazzolo per lui ci fu posto solamente in panchina, mentre per la trasferta di Cittadella non fu neppure convocato.

Nel frattempo mentre la crisi societaria imperversava (non era stata pagata neppure una mensilità ai giocatori) e la piazza si rivoltava contro Gasparoni, questi decideva di cacciare senza un valido motivo Canali rimpiazzandolo con Angelo Benedicto Sormani, vecchia gloria del calcio italo-brasiliano che tuttavia non si sedette neppure per un momento sulla panchina rossoblu visto che il suo ingaggio non fu mai ratificato dalla Lega. Nel bel mezzo di questa situazione tragicomica, a dirigere la squadra nell'incontro contro l'Alzano Virescit fu Mario Piga che al settimo della ripresa, con la squadra sotto di un gol, decise di far esordire Cuccù che subentrò ad uno spento Frau. Il cambio diede più brio alla manovra dei rossoblu e nonostante un paio di errori clamorosi sottoporta del "bomber", la squadra trovò la rete del pareggio e l'attaccante marchigiano riuscì a strappare una striminzita sufficienza. La settimana che seguì il match contro la compagine lombarda fu quella risolutiva in seno alla società con la cacciata di "Pinocchio" Gasparoni e il ritorno alla presidenza di Gianni Marrosu con conseguente richiamo di Canali ad allenare la squadra. Il mister ligure si sedette così sulla panchina rossoblu nella trasferta di Legnano dando spazio a Cuccù ad un quarto d'ora dalla fine dell'incontro contro i lilla, ma visto il poco tempo a disposizione la punta risultò ingiudicabile. Canali continuava a non vedere il giocatore portato dall'ex dirigenza e così lo lasciò in panchina anche nella successiva gara contro la Pro Patria, mentre nella trasferta di Solbiate lo mandò in campo al 72° solo perché Bertarelli era esausto. Solo panca per lui anche nelle due successive gare contro Ospitaletto e Pergocrema, e pochi scampoli di gioco anche nelle gare di Novara (appena 5 minuti, il giusto tanto per mangiarsi altri due gol fatti) e col Tempio (10 minuti di corsa a vuoto). E' il 5 di novembre del 1995 e fu l'ultima volta che Cuccù vestì la casacca rossoblu chiudendo con uno score di 5 presenze ed appena 86 minuti giocati.

Troppo poco forse per essere giudicato dal pubblico sassarese ma non per l'allenatore della Torres che dimostrò di averci visto giusto, Cuccù infatti venne ceduto al Teramo nel mercato di riparazione e lì giocò 21 gare senza mettere a segno neppure una rete. Con un bottino misero (4 reti in 31 gare) chiuse anche le due stagioni successive con la maglia del Tolentino squadra con la quale giocò (si fa per dire, visto che rimase in panchina per tutto l'incontro) a Sassari il 14 dicembre del 1997. Fallita miseramente l'esperienza con la compagine marchigiana si trasferì al Russi in serie D, dove trovò la sua giusta dimensione segnando 12 gol in 30 gare, coi romagnoli giocò anche l'anno successivo in C2 (5 reti) prima di trasferirsi al Trento sempre in C2 dove visse una seconda "Sassari", anche lì solo scampoli di partita e cessione nel mercato novembrino con relativo abbandono al calcio professionistico. Iniziò infatti un peregrinare in varie società di Serie D, nel 2001/02 giocò con la Vigor Senigallia (7 reti in 18 gare), l'anno successivo segnò 6 reti con la Truentina Castel di Lama, quindi 10 centri con la Sangiustese nel 2003/2004 prima di trasferirsi nella Fortis Spoleto e successivamente eccolo in Eccellenza con la maglia della Jesina (in cui ha avuto come compagno di squadra un altro ex rossoblu, Sandro Federico). Dopo aver conseguito nel 2006 il patentino di allenatore quest'anno sta continuando a giocare sempre nell'eccellenza marchigiana con il Piano San Lazzaro dove è considerato la stella di una squadra che sta lottando per il salto di categoria grazie anche alle sue reti. A distanza di 12 anni dalla sua esperienza con la Torres, dando uno sguardo al suo curriculum piuttosto povero di gol si può dire che Giorgio Canali aveva proprio ragione.



















 




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