«Io sono una vittima, l’unico ad aver pagato un terzo della fideiussione da un milione firmata per salvare la Torres. Gli altri sono scappati e sono rimasto col cerino in mano». Pietro Mele si riferisce all’ex presidente rossoblù Rinaldo Carta e al successore Edoardo Tusacciu, oggi su fronti opposti in Tribunale.

L’appuntamento è per il 23 giugno, aula delle udienze preliminari. Sarà lì, con un giudice donna a fare da arbitro, che si giocherà la prima partita a carte scoperte tra gli ex presidenti della Torres Rinaldo Carta ed Edoardo Tusacciu. Il primo è imputato di avere truffato il patron di Plastwood, nascondendogli le reali perdite della società, per carpirgli i soldi e le garanzie patrimoniali indispensabili per iscrivere la società al campionato 2005/06 di C1.

Prima ancora che in aula, esito inevitabile se il giudice li chiamerà a giudizio, parlano alla stampa. Lanciano messaggi all'opinione pubblica, e probabilmente a Rinaldo Carta, più che a Edoardo Tusacciu che direttamente o indirettamente li ha fatti finire nel faldone dell'inchiesta Torres.

Poche certezze. Si arenano le trattative per la rinascita della Torres, che lunedì sarà esclusa dalla Covisoc ed esisterà solo nel curriculum dei giocatori contesi da mezza C1. Mentre arrivano gli echi delle aste scatenate a metà settimana dalle squadre pugliesi per Tozzi Borsoi, Morello e Tore Pinna, e mentre il ds Raffaele Auriemma si guarda attorno, aMilano, osservando il mercato di una categoria che potrebbe comunque essere sua, il mondo imprenditoriale pare una mamma col pancione, ma ancora lontana dal parto.

Attimi intensi, ma lunghi un’intera settimana quelli che i tanti sostenitori rossoblù si apprestano a vivere in questi ultimi sette giorni che separano la Torres dalla salvezza o dal baratro.